conoscere i vitigni per capire ed apprezzare le varietà dei vini toscani
In Toscana ci sono molte varietà autoctone e altrettante varietà giunte nel corso dei secoli dalle antiche vie commerciali
GLI AUTOCTONI Riportiamo una lista dei maggiori vitigni autoctoni. Il più utilizzato indubbiamente il Sangiovese. Il Canaiolo, il Colorino, il Pugnitello, il Foglia Tonda e il Vermentino nero spesso sono presenti in piccole percentuali, rare sono le vinificazioni in purezza. Il Trebbiano è spesso usato per i il Vin Santo, la vernaccia è il bianco di San Gimignano. La Malvasia viene spesso vinificato in uvaggio col Trebbiano toscano, per fare vini bianchi secchi e dolci.
Vitigno a bacca nera, è il più diffuso in Toscana. Entra negli uvaggi di diversi vini, tra i quali alcuni dei più prestigiosi: Chianti e Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano, Carmignano, Morellino di Scansano e molti altri meno conosciuti ma altrettanto pregevoli. Spesso per placare la sua naturale “ruvidità” il Sangiovese viene assemblato con vini prodotti da altre uve, come il Canaiolo Nero. Il Sangiovese è un’uva a maturazione tardiva, con un’ottima capacità di adattamento ai diversi tipi di suoli.
vitigno di bacca nera diffuso principalmente nell’area del Chianti Classico, Montepulciano, Carmignano, San Gimignano, Lucca, difficilmente si trova il Canaiolo in purezza; dà origine a un vino con un buon tenore alcolico, corposo e morbido con aromi di frutta rossa. La sua origine risale al 1300 con il nome di Uva Canjuola. Il nome sembra che derivi dal fatto che il periodo dell’invaiatura cade nel periodo della canicola (24 luglio-24 agosto), oppure dal caratteristico sentore amarognolo che ricorda la rosa canina.
vitigno di bacca nera diffuso in quasi tutta la Toscana, ad esclusione di Massa Carrara e Livorno. Probabilmente l’origine risale alla domesticazione di viti selvatiche avvenuta secoli fa; è una varietà quasi mai prodotta in purezza, ma utilizzata come vitigno “migliorativo” per il colore e gli zuccheri.
vitigno di bacca nera, chiamato così per la forma del suo grappolo che somiglia ad un piccolo pugno. A causa delle piccole dimensioni del grappolo ha una produttività bassa. Si ottiene un vino di colore rosso rubino molto intenso con tonalità violacee. Non vi sono notizie certe sulla provenienza, si pensa possa provenire della provincia di Grosseto. Ha qualche somiglianza morfologica con il Montepulciano.
vitigno di bacca bianca principalmente conosciuto per aver fatto parte della ricetta originale del Chianti, completata da Bettino Ricasoli nel 1870. Veniva coltivata in vigneti misti con il Trebbiano, Sangiovese e Canaiolo.
vitigno di bacca bianca diffuso in quasi tutta la Toscana e viene utilizzato per la preparazione di diversi Vin santi (del Chianti, del Chianti classico, di Carmignano, di Montepulciano e dell’Elba). Il Trebbiano toscano è un vitigno caratterizzato più dalla produttività che dalla personalità e, anche grazie alla spiccata acidità che conferisce ai vini, si presta bene all’appassimento.
vitigno di bacca bianca prodotto esclusivamente nel comune di San Gimignano, la prima testimonianza sulla varietà risale al 1276. Il nome potrebbe derivare da “vernaculus”, cioè “tutto ciò che proviene da un dato luogo”. Produce un vino bianco adatto anche ad un medio invecchiamento.
Le bacche nere del Foglia Tonda garantiscono ricchezza fenolica e buona acidità, che determina un’ottima potenzialità d’invecchiamento. Il vitigno era praticamente scomparso, è stato riscoperto nel 1964 nella zona del Chianti. Il Di Rovasenda nel suo “Saggio per una ampelografia universale” del 1877 colloca il Foglia Tonda nella zona circostante il Castello di Brolio. Il Foglia Tonda resiste bene alla peronospora, alla botrite e in parte anche all’oidio.
Secondo alcuni studiosi si tratterebbe di una mutazione del Vermentino bianco, anche per la somiglianza di molte caratteristiche ampelografiche. Probabilmente originario delle colline della fascia costiera dell’alta Toscana (Massa-Carrara e bassa Lunigiana), dove è tuttora coltivato. Dalla vinificazione delle uve Vermentino Nero si ottiene un vino di colore rosso rubino, fragrante e fruttato al naso, con palato di media struttura e discreta persistenza.
ALTRI VITIGNI Lista dei maggiori vitigni provenienti da altre regioni d’Italia e da altre nazioni, utilizzati già da molti tempo in Toscana. L’Ansonica e il Vermentino bianco si trova soprattutto nelle isola e sulla costa. Il Ciliegiolo e il Viogner viene utilizzato soprattutto in Maremma, l’Alicante e il Syrah sono diffusi in tutta la Toscana. Il Cabernet Souvignon, Il Merlot e il Cabernet Franc sono utilizzati in tutta la Toscana, soprattutto nella zona di Bolgheri e Val di Cornia.
vitigno di bacca bianca presente nelle isole e nella costa toscana di Grosseto, Pisa e Livorno, è principalmente diffuso nell’isola d’Elba e nell’Argentario. Il nome Ansonica deriva probabilmente dal francese antico, “sorie”, cioè “color oro”. Vitigno di origini siciliane, si è diffuso prima in Sardegna e successivamente in Toscana
il Vermentino toscano si sviluppa principalmente lungo tutta la costa; il vino ottenuto presenta leggere note di frutta fresca, agrumi e fiori bianchi. Le origini sono discordanti. Si pensa che sia nato in Spagna e poi da lì si sia diffuso in varie regioni della Francia, e da lì in Liguria e Toscana.
vitigno di bacca nera presente nella provincia di Lucca, nel Chianti e soprattutto in Maremma. Dà origine ad un vino di colore intenso, corposo, alcolico e morbido, a volte carente di acidità. Il suo nome deriva dal caratteristico aroma di ciliegia. Potrebbe essere stato importato dalla Spagna, infatti viene anche definito “Ciliegiolo di Spagna”.
vitigno a bacca nera presente nella Maremma grossetana. È considerato originario e diffuso dalla Spagna, il nome deriva dall’omonima città spagnola di Alicante. L’Alicante prende nomi diversi nelle varie regioni in cui si coltiva, ad esempio in Sardegna diventa Cannonau. l’Alicante si contraddistingue per il suo gusto pieno e morbido, particolarmente ricco di tannini.
vitigno a bacca nera tra i più diffusi al mondo, particolarmente adatto alla produzione di vini di notevole qualità e grande longevità, spesso usato in assemblaggio con Cabernet franc e Merlot. Ha origine nel Bordolese (la regione del Bordeaux, in Francia). Questo uvaggio è comunemente noto come “taglio bordolese“, dalla zona in cui inizialmente è stato introdotto. Test genetici recenti confermano che l’origine del Cabernet Sauvignon sia da attribuirsi ad un incorcio tra Cabernet Franc e il vitigno a bacca bianca Sauvignon. Il Cabernet Sauvignon ha capacità di adattamento alle più disparate condizioni climatiche e tecniche di vinificazione.
vitigno a bacca nera originario della Gironde, Bordeaux, Francia. Il Merlot è spesso accompagnato dal Cabernet Sauvignon, con il quale da vita all’assemblaggio noto come Taglio Bordolese. I due vitigni si integrano perfettamente: il primo donando al vino il suo frutto pieno e maturo, il secondo, più tannico, una maggiore aristocraticità e longevità.
In Italia il Merlot è giunto alla fine del 1800, nel Friuli-Venezia Giulia, per poi diffondersi velocemente in Veneto e in Trentino-Alto Adige. Ormai diffuso in molte altre regioni, Toscana compresa dove il vitigno domina in tutta la zona tirrenica, soprattutto nei suoli argillosi della Val di Cornia e Bolgheri, dove partecipa alla creazione dei vini noti come Supertuscans, basati anch’essi sul Taglio Bordolese.
vitigno a bacca nera originario della zona di Gironda (Bordeaux), Francia. Viene utilizzato spesso assieme al Cabernet-Sauvignon e al Merlot per dare vita a quello che viene chiamato “Taglio Bordolese“. Il Cabernet Franc è anche diffuso in tutto il Nord America, in Cile e Argentina, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda.
Friuli-Venezia Giulia e Toscana sono le regioni italiane dove si producono i migliori Cabernet Franc in purezza, in particolare nella regione di Bolgheri dove l’uva è apprezzata per l’equilibrio e l’eleganza che porta ai vini.Il Cabernet franc resiste piuttosto bene ai climi rigidi ed è più precoce del Cabernet sauvignon, rispetto al quale è meno tannico, infatti per questo motivo lo si usa spesso per dare equilibrio ai vini.
vitigno a bacca nera originario della Francia si è diffuso nel nostro paese verso la metà dell’800 e ha trovato territorio di elezione in molte regioni soprattutto del centro-sud d’Italia. Originariamente sembra provenire dalla città di Schiraz, in Persia, da cui pare giunto nel nostro paese nell’antichità attraverso la città di Siracusa. Nel nuovo mondo si esprime al meglio soprattutto nelle regioni vinicole più calde, come l’Australia, il Sud-Africa e la California. I migliori Syrah di Toscana si ispirano alla Côte du Rhône, ricchi di note fruttate di ribes nero, mora e prugna, con a volte toni fumè su di un fondo speziato e misurata tannicità. i vini Syrah presenti sul mercato sono in genere di buona piacevolezza organolettica.
vitigno a bacca bianca originario originario della Valle del Rodano, Francia. E’ stato introdotto dall’imperatore Marco Aurelio Probo, che era originario di Sirmio (Sremska Mitrovica) in Serbia, per cui è possibile che le sue origini siano balcaniche. Viene generalmente assemblato con altre uve. Se vinificato in purezza, è in grado di esprimere a volte risultati assolutamente degni di nota.